NON TOCCATE QUELLA LOBBY

19 Mag

NON TOCCATE QUELLA LOBBY

–         di Dagoberto Bellucci

“Esiste la lobby ebraica? Solo pochi anni fa, chi osava porre questa domanda veniva subito tacciato di “antisemitismo”. E non solo da sionisti o ebrei, ma soprattutto da personaggi di “sinistra”. Dopo la guerra contro l’Iraq, che Israele è riuscita a far fare per procura agli Usa, ciò non è più possibile…In Italia, esiste la lobby ebraica? Non solo esiste ma è forte e, fatto grave, non ha oppositori o persone che ne denunciano la pericolosità.”

 

( Mauro Manno – Esiste la lobby ebraica? – 25 luglio 2006 )

 

 

 

 

 

All’epoca in cui Mauro Manno scriveva questo articolo sulla lobby ebraica eravamo in tutt’altre faccende affaccendati, erano i giorni della terroristica aggressione militare sionista contro il Libano e, tra una bomba da scansare e nottate in bianco in attesa di un nuovo raid aereo, ci occupavamo direttamente, sul campo, del pericolo “Israele”.

Lo stato criminale sionista, nato dal terrorismo delle formazioni paramilitari ebraiche dell’Irgun Zvei Lehi, dell’Haganà e della banda Stern e prosperato sui crimini commissionati dai suoi dirigenti al Mossad (l’organizzazione criminale ebraica responsabile dell’eliminazione su procura dei nemici d’ “Israele”), da sempre reagisce a qualunque critica e a qualsiasi pressione proveniente dal resto del pianeta utilizzando il tradizionale piagnisteismo giudaico e rispolverando ad ogni piè sospinto il vecchio ritornello sull’antisemitismo.

Ora, premesso che “antisemitismo” è dizione sistemica che non significa assolutamente niente – si dovrebbe più legittimamente parlare di antigiudaismo, antiebraismo o antisionismo ma tant’è tra i cerebrolesi giornalisti della carta-straccia asservita ad “Israele” non pretendiamo che esista qualcuno che sappia trarre le dovute conclusioni da quel ‘semitismo’ che, almeno sul piano etimologico, dovrebbe raccogliere anche gli arabi, popolo altrettanto ‘semita’ quanto e forse più degli ebrei (i quali, appartenendo in massima parte al ramo askhenazita – da Askhenaz = Germania in ebraico -, orientale, dell’ebraismo europeo, sono i diretti discendenti dei kazhari che si convertirono al giudaismo in una data non del tutto stabilita tra il VIImo e il IXmo secolo d.C.); noi affermiamo che quella dell’antisemitismo sia un’accusa fondata sul nulla, utile esclusivamente agli interessi ed alle strategie di demonizzazione utilizzati da quasi settant’anni dagli ambienti sionisti internazionali per screditare e neutralizzare tutti i veri o presunti ‘nemici’ del sedicente “stato d’Israele”.

 

Per neutralizzare i suoi avversari il popolo autoproclamatosi eletto ha creato appositi organismi di controllo e ‘studio’ presenti in quasi tutti i paesi e particolarmente attivi nell’Occidente sottomesso ai diktat della Sinagoga Mondiale.

Questi gruppi di lavoro, studio e ricerca sui fenomeni ‘antisemitici’ sono direttamente collegati da diversi anni con sottocommissioni parlamentari create ad hoc nei diversi emicicli istituzionali (parlamenti nazionali e parlamento europeo) sull’esempio di quello che la kehillah = comunità ebraica statunitense aveva dato vita negli Stati Uniti, vera e propria colonia giudaica e centro direttivo delle strategie mondialiste.

In Italia oltre alle diverse comunità giudaiche disseminate su tutto il territorio nazionale sono attivi diversi organismi tutti dediti a questo genere di monitoraggio anti-antisemitico; fra questi si ricorda l’attivissimo CDEC (Centro Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano che si occupa – attraverso il suo Osservatorio sul “Pregiudizio” – sic – antiebraico contemporaneo – di monitorare, controllare e studiare i fenomeni di matrice ‘antisemitica’ e razzistica anti-ebraica o semplicemente anti-sionista presenti nel nostro paese.

Il CDEC , che viene stipendiato con 300.000 giudeuri annui dallo Stato Italiano, rappresenta soltanto una delle voci pro-Israele attive in Italia e, di fatto, un osservatorio permanente al servizio degli interessi ebraici e israeliani nel nostro paese direttamente collegato con l’apposita Commissione parlamentare istituita nella primavera 2009 per combattere l’antisemitismo e diretta nientepopò di meno che dalla rappresentante della destra radicale sionista in Italia on. Fiamma Nirenstein, eletta in quota Alleanza Nazionale nelle liste PDL quattro anni or sono a rappresentare gli interessi d’Israele in seno al parlamento italiano; mansione che, peraltro, non possiamo negare abbia svolto con solerzia e spirito di abnegazione…d’altronde sono decenni che la ‘signora’ Nirenstein ci scassa i coglioni con l’antisemitismo vero o presunto di destra o di sinistra e difende a spada tratta i suoi correligionari d’oltre Mediterraneo alias i terroristi ebrei occupanti da quasi 70 anni la Palestina, terra araba, cristiana e islamica sulla quale lo spirito di vendetta e di menzogna d’Israele ha creato la propria enclave criminale.

 

Che gli Ebrei siano piagnoni incalliti, pronti sempre e comunque a richiedere l’aiuto altrui per la difesa dei propri interessi di bottega, è un dato inconfutabile sul quale, circa 80 anni fa Giovanni Preziosi aveva avuto già modo di soffermarsi scrivendo: “Vi è un argomento “principe” a proposito dei provvedimenti razziali fascisti, sul quale da oltre un anno a questa parte speculano gli ebrei e più di loro i ‘piagnoni’: “tutto in una volta, senza preavviso; e chi poteva prevedere questo uragano?”. Malafede. Gli ebrei italiani sono stati dal 1919 in poi messi costantemente sull’avviso. Occorre un volume per riportare tutte le invocazioni in proposito. (…) Gli ebrei non raccolsero il monito, e non lo raccolsero neppure il 31 agosto 1921 quando Mussolini – riferendosi al grande “Comitato d’azione ebraica” che, presieduto da lord Rothschild, si era adunato a Carlsbad con la partecipazione dell’ebraismo italiano rappresentato da Dante Lattes e dall’avv. Giuseppe Ottolenghi – scriveva nel Popolo d’Italia: “Questa notizia merita qualche cenno di rilievo. Il grosso pubblico, ad esempio, sarà non poco sorpreso di apprendere l’esistenza di una “Federazione Sionistica” in Italia; il che significa che ci sono in Italia – nel paese dove non si è mai fatto dell’antisemitismo governativo o popolare, in quella che Gigione Luzzatti va chiamando “patria adorata” – degli ebrei che sono stufi di starci, della qual cosa noi non ci rammarichiamo affatto. Se i sionisti italiani – sedicenti italiani! – se ne andassero altrove e si portassero con loro lo stok dei Treves, dei Modigliani, dei Musatti, dei Somigliano, dei Sacerdoti (Genosse), dei Passigli e di quel bel signor Ottolenghi che ha regalato all’Italia le delizie di parecchi scioperi postelegrafonici, vorremmo darci il piacere di facilitare questo “esodo”. Ma in realtà lo scopo dei sionisti sedicenti italiani non può essere che quello di premere sul Governo italiano perché si accodi all’Inghilterra nel favorire la politica paradossale e stolta del sionismo, per il quale suonano brutte campane nel Congresso siriano-palestinese che si tiene attualmente a Ginevra. Il sionismo ha portato la guerra e il bolscevismo in contrade da tempo tranquille; ha scatenato le opposizioni del mondo arabo e cristiano e , nella dannata ipotesi di una sua realizzazione, creerà di fatto una nuova posizione giuridica agli ebrei delle nazioni occidentali.”. Qual è la risposta degli ebrei italiani a questo monito di Mussolini? Consultate la collezione di ‘Israel’ e troverete che gli ebrei italiani, per tutta risposta, annunziarono ufficialmente la costituzione in Italia della Avodà, cioè un vero e proprio Stato nello Stato. (…) Quello d’Israele è un riuscitissimo esempio di razzismo che dura da millenni, ed è un fenomeno che suscita ammirazione profonda. Gli ebrei, però, non hanno diritto alcuno di lagnarsi quando gli altri popoli fanno del razzismo.” (1)

Le parole, profetiche, di Preziosi e soprattutto il monito del Duce in tempi non sospetti sono da considerarsi esemplari per come la situazione è andata evolvendosi in Italia particolarmente negli ultimi vent’anni da quando, con l’operazione giudiziaria denominata ‘tangentopoli’ (che ha fatto piazza pulita di quei partiti politici maggiormente critici verso la politica israeliana e relativamente filo-palestinesi e filo-arabi…si pensi a Craxi, a ampi settori della DC, al PCI), la politica nazionale italiota è diventata il contenitore degli affari interni ed internazionali della lobby sionista la quale ha diramato i suoi tentacoli come una autentica piovra, diciamo pure un cancro insidiosissimo, dividendosi equamente ed occupando posizioni di rilievo e potere presso tutte le forze politiche italiane.

L’opera di kippizzazione della politica italiana, durata vent’anni, ha permesso così a ‘Israele’ di assicurarsi l’immunità presso tutte le sedi politico-istituzionali italiane: non esiste attualmente alcun movimento politico in parlamento (ma fuori non è che la situazione possa definirsi più rosea) che osi levare critiche all’indirizzo dei criminali di Tel Aviv.

L’ultimo che osò reiterare qualche critica ai governanti sionisti fu l’on. Massimo D’Alema che, sia in occasione dell’aggressione israeliana al Libano nell’estate 2006 sia nella successiva mattanza indiscriminata compiuta a Gaza tra la fine di dicembre del 2008 e il gennaio 2009, semplicemente per aver visitato le macerie fumanti della cittadella sciita di Dahyeh , a Beirut sud, e aver ribadito la sua ostilità all’azione militare si prese del filo-islamico, insulti e poster da parte dei partiti della destra italiana mai come negli ultimi quindici anni sbracatamente così filo-sionista e schierata al lato dell’entità criminale sionista (roba da far impallidire un Caradonna, i suoi Volontari Nazionali e l’ “epopea” in cui – all’epoca della guerra dei Sei Giorni nel 1967 – i rappresentanti della destra missina andarono a presidiare il quartiere ebraico di Roma al lato delle locali squadracce di picchiatori in kippa….).

E’ dunque abbastanza “sorprendente” la notizia, di alcuni giorni or sono, secondo cui un deputato appartenente al movimento che non c’è di Futuro e Libertà (elettoralmente inesistente), tal Fabio Granata abbia attaccato “il potere della lobby ebraica”.

Immediata la sconfessione a 360° – c’è da immaginare con incaprettamento e senza vasellina – da parte del presidente del gruppo parlamentare di FLI, il partitino voluto da Fini per il suo passaggio verso lidi ‘centristi’ di due anni fa(l’ennesimo voltafaccia di un soggetto diventato “missino” dopo aver visionato la proiezione di “Berretti Verdi”…’alta’ cultura politica come si vede…e i risultati non fanno che confermarlo)  e giù la raffica di accuse, di piagnistei, di allarmismi provenienti dagli ambienti del Ghetto e della Sinagoga.

Altrettanto immediate e pronte le scuse: quelle di Granata (che dice di esser stato “frainteso”…mah…prima si ‘parla’ poi si pretende che gli altri ‘fraintendano’ in sto paese…statevene zitti che ci fate più bella figura..) e quelle di un tal Giovanni Ceccaroni, militante romano di FLI, accusato di aver lasciato frasi poco ‘politically correct’ sulla sua bacheca Facebook…

Ecco come il sito ebraico www.mosaico-cem.it  in data 17 maggio riporta notizia e smentite:

“Inattese ma gradite sono giunte questa mattina le scuse di Giovanni Ceccaroni, il giovane romano di Futuro e Liberta che nei giorni scorsi ha pubblicato sul suo profilo facebook frasi che definivano gli ebrei “una potente lobby” contraria agli interessi del paese. Le parole di Ceccaroni erano state ulteriormente rafforzate da quelle di Fabio Granata, coordinatore della segreteria nazionale di FLI – “che la “lobby ebraica sia la più influente del pianeta è un dato oggettivo”.

Ieri, i comunicati di Davide Romano, portavoce del Tempio Beth Shlomo, e di Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità di Milano, sulle parole espresse dai due esponenti di FLI – offensive e inaccetttabili, hanno detto entrambi, da parte di rappresentanti di un partito che pretende di appartenere alla destra europea liberale.

Giovanni Ceccaroni per primo questa mattina ha telefonato alla redazione di Mosaico cercando di spiegare il contesto di quelle frasi su facebook e scusandosi per aver utilizzato parole di cui, ha ammesso, non conosceva nemmeno il significato e tanto meno la valenza. Insomma, ci pare di capire, un utilizzo del tutto a sproposito di frasi fatte, orecchiate qua e là, e ripetute senza pensare, nella foga di una discussione fra “amici” di facebook. Questo è quanto.

Sia come sia, le scuse, verbali e scritte, sono state ben accette, anche da Daniele Nahum col quale Ceccaroni ha parlato poi personalmente e anzi trovando proprio in Nahum, ha detto, un interlocutore disponibile ad ascoltarlo: “mi ha fatto capire di aver sbagliato, mi ha compreso e sono contento di averlo conosciuto”.

Spiegazioni e scuse certamente non possono giustificare certe affermazioni – nè quelle del giovane Ceccaroni, tantomeno quelle del ben più consapevole Granata. Tuttavia, almeno di un fatto bisogna dar conto in tutta questa vicenda: c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di riconoscere pubblicamente i propri errori e di scusarsi. Merce rara di questi tempi; perciò, malgrado tutto, apprezziamo il gesto.

Le parole che Giovanni Ceccaroni ha inviato a Mosaico e a Daniele Nahum ci appaiono quanto meno sincere – “Chiedo pubblicamente scusa alla Comunità Ebraica per aver usato più volte impropriamente il termine “lobby ebraica” nei miei post, ignorando il significato e il ruolo che questo termine ha avuto per la memoria storica di chi ha visto morire i propri cari”. “Questa esperienza – ha concluso – mi ha insegnato qualcosa”.

Un pò meno ‘dal profondo’ ci sembra arrivare invece il messaggio pubblicato – su facebook – da Fabio Granata.  Le sue parole ci suonano più vicine ad un atto dovuto (e piuttosto maldestro) che a quell’ “abiura” che si sarebbe atteso Nahum “da un deputato che fa della sua vicinanza al Presidente della Camera, un vanto”. Granata nel suo messaggio parla infatti di “strumentalizzazione fatta da altri sulle mie parole”:  ”Il mio riferimento alle lobby  – spiega – era relativo alla capacita’ di coesione e di strategia comune e il riferimento religioso, inopportuno, e’ stato interpretato in termini assolutamente lontani dalle mie convinzioni. Spero con questo di essermi spiegato in termini definitivi e di essermi scusato con le sensibilità offese da quello che comunque resta un gigantesco equivoco delle mie convinzioni di sempre”.” (2)

Quale commento a quella che appare semplicemente come l’ennesima dimostrazione di forza dell’elemento ebraico nel nostro paese?

Che dire di rappresentanti politici che non sono liberi neanche di esprimere propri giudizi salvo finire immediatamente sul banco degli imputati dalla nuova inquisizione kahalico-sinagogica istituita da “Israele” e in servizio permanente ed effettivo nel nostro paese?

 

C’è poco da commentare salvo sottolineare:

a)      l’incongruenza, l’assurdità, l’imbecillità di simili dichiarazioni provenienti da ambienti – quali quelli di FLI e della destra italiota –  ammanicati con il Sionismo e supinamente servili rispetto a qualsiasi diktat proveniente dal Ghetto;

b)      l’inutilità di simili vuote e inutili polemiche. Se una qualche utilità esiste è solo quella di mettere ulteriormente in mostra lo strapotere giudaico nell’esercizio delle sue funzioni di controllore e tutore degli interessi di uno Stato straniero nel nostro paese;

c)      la demenza e la celerità (…gli speedy gonzales della Sinagoga…) dei voltafaccia con i quali i diretti interessati tornano sui loro passi facendo rapidi mea culpa…come piace tanto ai giudei d’altronde che ai voltafaccia hanno, in Occidente almeno, costretto ed obbligato tutte le principali Istituzioni politiche, giudiziarie, gli ambienti economico-finanziari, quelli ecclesiastici…tutto è nelle mani di “Israele” che tutto vede, controlla, monitora e infine giudica, infliggendo punizioni a seconda del caso ai malcapitati di turno;

d)      l’onnipotenza della Sinagoga che va ben oltre il semplice – in ordine di tempo soltanto l’ultimo – “caso Granata” (di cui onestamente non ci interessa sapere nè le posizioni politiche nè le idee personali) ma si esercita nel campo della cultura (vietando per es. la presentazione di un libro presso una sede istituzionale del Comune di Roma e solo perché pubblicato dalla casa editrice di ‘Ar’) in quello della politica (migliaia i casi d’interventi al limite del ridicolo da parte dei vari Pacifici contro questo o quell’esponente di partito) , della giustizia (punizioni ‘esemplari’ per gli ‘antisemiti’ nostrani…in vista giri di vite anche sul revisionismo… non nuove minacce da parte della kehillah ital’yana) fino al mondo dell’economia, dello spettacolo, dello sport, dell’informazione e ovviamente non tralasciando la Chiesa sempre supermonitorata dai “fratelli maggiori” d’oltre Tevere… Insomma tutto ed il contrario di tutto devono essere sotto controllo sinagogico, perchè – checchè se ne dica – gli Ebrei hanno ‘paura’ che il ‘giocattolino’-Sistema si possa, un domani, rompere e/o gli possa sfuggire dalle mani…

Dulcis in fondo non possiamo che riaffermare, col Sommo Poeta Dante Alighieri: “Uomini siate e non pecore matte si che di voi tra voi ‘l giudeo non rida”…

 

Le marionette deambulanti nelle mani d’Israele alias il popolo-pecora italiota servo e supino.

Grasse risate si levano da decenni dal Portico d’Ottavia…

Au revoir

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

Direttore Responsabile Agenzia di Stampa “Islam Italia”

19 Maggio 2012

NOTE –

1)      Giovanni Preziosi – articolo “Gli ebrei italiani furono avvertiti (Dedicato ai ‘piagnoni’)” – da “La VitaItaliana” , contenuto nella raccolta “Come il giudaismo ha preparato la guerra” – Ediz. “Tumminelli” – Roma 1939;

2)  “Lobby ebraica: dopo l’offesa, le scuse” articolo presente nella sezione Osservatorio sul pregiudizio antiebraico contemporaneo (www.osservatorioantisemitismo.it ) dal sito del CDEC ( www.cdec.it ) che ovviamente non perde occasione per continuare la sua opera di monitoraggio a 360 soprattutto della rete informatica;