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IL GOLPE TECNOCRATICO

14 Nov

 

 

IL GOLPE TECNOCRATICO

 

 

–         di Dagoberto Bellucci

 

 

 

 

I “poteri forti” alla riscossa. Più o meno con questo titolo hanno aperto i principali quotidiani l’indomani della nomina a senatore prima e a presidente del consiglio immediatamente dopo di Mario Monti, esponente emerito del Bilderberg Group e sicuramente tra i pochi italiani appartenenti al gotha di quella casta finanziaria sovra-nazionale che decide i destini del pianeta.

 

Berlusconi mandato a casa tra fischi e pernacchie della solita piazzetta di poveri decerebrati sinistrati e qualche commento di pragmatica che, al di là di qualunque valutazione, non può cancellare la realtà lampante di quanto successo in Italia nell’ultima settimana: c’è stato un colpo di stato ed hanno fatto fuori il Cavaliere.

 

Perché di un vero e proprio ‘golpe’ si è trattato: metodologia differente rispetto a quello che portò nel dicembre 1994 al ribaltone bossiano ma, nella sostanza, Berlusconi è stato eliminato dalla “casta” dei plutocrati.

 

Fine del berlusconismo? Forse…il personaggio è troppo scaltro e altrettanto abile a tirarsi su da qualunque sconfitta, sa bene come riprendersi e certamente non finirà così banalmente nel dimenticatoio della politica italiana come certuni hanno, forse un po’ troppo frettolosamente, auspicato lanciando ai quattro venti le parole d’ordine dell’anti-berlusconismo militante e sbavettando di vere o presunte “liberazioni”.

 

Di Pietro esulta. Esulta l’intera opposizione. E tutto ciò ci pare comprensibile.

Un po’ meno comprensibili sono invece i cori osannanti al “salvatore della Patria” designato: chi sia questo Mario Monti è facile scoprirlo anche solo ‘cliccando’ in un qualsiasi motore di ricerca informatico.

 

Monti è un membro del più prestigioso e attivo raggruppamento di alti esponenti della plutocrazia mondiale: il Bilderberg Group.

 

Ora non abbiamo assolutamente idea di chi vorrà chiamare accanto a sé l’uomo dell’Alta Banca destinato a pilotare il paese al di fuori delle sacche della crisi economica globale ma , già dai primi nominativi ventilati dalla stampa (un rientro di Giuliano Amato , altro esponente Bilderberg) , appare chiaro che quello che verrà sarà il governo della plutocrazia imposto al paese.

 

Golpe tecnocratico contro Berlusconi. Fine della “parentesi” berlusconiana. Il berlusconismo in archivio. E’ quanto hanno dettato all’Italia i poteri forti.

 

Dopo i tentativi vani e illusori di ritagliarsi una apparente politica estera autonoma, dopo le disinvolte alleanze “pericolose” intessute da Berlusconi verso Libia, Bielorussia e Russia, si torna all’antico o, per essere più chiari, c’è chi vorrebbe riportare accucciata e domata l’italietta berlusconiana tra i ranghi dell’ovile sistemico occidentale: basta “avventurismi” ed alleanze scomode, fine degli ‘accrocchi’ diplomatici verso quei soggetti non ritenuti pienamente conformi dalla plutocrazia mondialista (Gheddafi, Luchashenko e – per taluni aspetti – lo stesso Putin); in altre parole questo colpo di Stato – mascherato abilmente dai media come una dimostrazione di saggezza politica presidenziale….Napolitano esecutore degli ordini provenienti dall’Alta Banca – è servito a suonare la ‘campanella’: fine della ricreazione, si torna in classe e – presumibilmente – si dovrà digerire , senza fiatare e senza troppi ‘ma’ e ‘se’ – le ricette che BCE, Fondo Monetario, Banca Mondiale e le varie agenzie di ratings internazionali adotteranno per l’Italia.

 

Italia dunque prona di fronte alle volontà della Finanza Mondialista.

 

Monti darà probabilmente una spallata decisiva per la disintegrazione delle ultimissime forme di walfare e – vecchia formula della Si(o)nistra ‘democratica’ – pioveranno tasse su tasse per risanare entro il 2013 le finanze disastrate di questo paese.

 

Perché l’uomo sa a quali poteri rispondere e non mancherà di imporre al paese sangue, lacrime e sudore pur di far rispettare gli impegni assunti peraltro dal precedente esecutivo Berlusconi in ambito europeo.

 

La Lega Nord ritorna alla sua veste ‘barricadera’ e Bossi attacca i poteri forti rifiutando le ammucchiate e riscoprendo l’ebete Parlamento della Padania: ipocrisia senza fine di un cialtrone che fino a 24 ore prima rappresentava il Governo italiano in veste di ministro…e non sappiamo se sia più cialtrone lui – che da oltre vent’anni ci campa e pure benone con gli stipendi parlamentari e ministeriali – o quell’accozzaglia di buffoni che lo continuano a seguire e votare….vabbè contenti loro, contenti tutti.

 

Monti ed il Bilderberg dicevamo…

 

Esattamente che cos’è il Gruppo Bilderberg? Ne abbiamo parlato in abbondanza e scritto quanto più possibile del “riservatissimo” ed esclusivissimo Club che rappresenta una delle punte di lancia del Sistema Mondialista.

 

Creato nel 1954 il Gruppo prende il nome dall’Hotel de Bilderberg di Oosterbeek in Olanda che accolse i primi convitati di quella riunione inaugurale una delle strutture semi-occulte mondialiste destinate ad imprimere una svolta nella politica mondiale.

 

Il Gruppo Bilderberg sono anni che, da allora, celebra con un vero e proprio conclave annuale la propria attività al di fuori degli occhi indiscreti della grande stampa, in tutto riserbo e segretezza.

 

Con gli anni anche questi incontri hanno finito per destare motivo di interesse anche tra qualche giornalista free-lance e pure tra qualche deputato all’Europarlamento che, come il buon Borghezio, ha osato presentare qualche interrogazione per conoscere esattamente cosa sia, come si muova e che cosa realizzi annualmente questo strano ‘club’.

 

Di sicuro non un è un club sul modello dei dopolavoro ferroviari né un circolo della bocciofila.

 

Alle riunioni Bilderberg , rigorosamente a porte chiuse, si decidono i destini del pianeta.

 

Tutti lo sanno ma ovviamente – e servilmente come sempre – la grande stampa internazionale fa assolutamente finta che ciò non accada, pochissimi trafiletti e ancor più scarne e scarse notizie.

 

Il Bilderberg….i timonieri del vapore mondialista che, fuor di metafora, equivale a dire che sono loro i principali responsabili dell’attuale crisi economica globale; gli uomini più in vista della finanza mondiale i dirigenti delle multinazionali i politici compari delle formule criminali che hanno permesso il saccheggio sistematico di intere nazioni mediante la formula ricattatorio-usurocratica delle privatizzazioni selvagge sul modello di quanto avvenne in Italia nel biennio 92-93….Monti, Prodi, Draghi, Amato….sempre gli stessi nomi, le stesse facce….per un progetto che di nuovo non ha nulla salvo quello di impoverire ulteriormente un paese ridotto oramai , e da tempo, alla frutta.

 

Per avere un’idea precisa sulla forza del Bilderberg Group, sui suoi scopi e sulle sue strategie consigliamo l’imponente lavoro di Daniel Estulin (di cui abbiamo inserito scritti e video nel presente blog) ossia il volume “Il Club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo”.

 

Una storia cominciata in un luogo ed in una data precisi: Hotel de Bilderberg presso la cittadina olandese di Oosterbeek il 29 maggio 1954 quando, su iniziativa del Principe Bernardo d’Olanda, si riunirono le principali personalità del mondo della politica, dell’economia, dell’industria, della finanza e del mondo militare dell’Occidente.

 

Nacque allora l’ennesima struttura semi-segreta del Mondialismo che andò a sommarsi alle pre-esistenti organizzazioni: l’americana CFR (Council on Foreign Relation’s) e la britannica R.I.I.A. (Royal Institute for International Affair’s).

 

La Commissione Trilaterale– allargata anche ai rappresentati del fu Impero del Sol Levante – nascerà esattamente venti anni dopo il Bilderberg ma , cambiando la sigla, non cambieranno assolutamente le facce e gli obiettivi di questa congrega di affaristi della Plutocrazia Mondiale.

 

Ognuna di queste organizzazioni si prefigge lo scopo di governare il pianeta: adottando le soluzioni che esse ritengono necessarie e mettendo a disposizione dei governi nazionali le proprie ricette ovvero imponendole agli Stati attraverso un certosino lavoro di ‘lobbying’ che viene affidato a quegli esponenti del mondo politico cooptati alla bisogna in tutti i parlamenti dell’Europa, degli Stati Uniti e del Canada.

 

Nella lista degli italiani “emeriti” che anno presenziato, nel corso degli anni, alle riunioni Bilderberg si ritrovano i nomi del gotha dell’economia nazionale: da Gianni ed Umberto Agnelli a Romano Prodi, da Franco Bernabè a Mario Monti….e questi sono solo alcuni tra coloro che hanno avuto accesso alle ‘stanze dei bottoni’ del ‘Club’.

 

Chi lo desidera potrà dare un’occhiata alla lista completa dei membri del Bilderberg che compare a questo link:   http://www.bilderbergmeetings.org/governance.html” e “http://www.bilderbergmeetings.org/former-steering-committee-members.html “.

 

Ora sia detto per inciso: i membri del Bilderberg Group sono ovviamente intercambiabili a seconda delle esigenze di questo super-club : non è Monti in sé che rappresenterebbe il problema; sono e saranno domani le sue decisioni in quanto Presidente del Consiglio che dovrebbero preoccupare gli italiani.

 

Perché la repentina nomina a senatore a vita e successivamente il conferimento dell’incarico ricevuto da Napolitano quale Presidente del Consiglio sono scelte troppo perfette per non far pensare ad una mossa politica pensata da tempo in attesa del primo passo falso commesso dal Cavaliere.

 

E così è stato: non appena a Berlusconi non è riuscito di raggiungere la fatidica quota 316 alla Camera andando sotto ecco che – con un tempismo assolutamente impensabile in un paese abituato a crisi di governo estenuanti che si protraevano anche per mesi lasciando in balia un intero paese – immediatamente sono arrivate entrambe (nomina a senatore a vita e a premier designato)…

 

Così Mario Monti si è ritrovato investito del ruolo di ipotetico e improbabilissimo salvatore di una patria che oltremodo non gli appartiene.

 

Perché ai membri Bilderberg delle patrie non gliene frega proprio un bel niente.

 

Né tantomeno delle sorti dei singoli individui.

 

Così se le ricette neo-liberiste berlusconiane sono fallite vedremo domani a quale prezzo saranno adottate le nuove riforme del liberismo estremo che ci imporrà il nuovo esecutivo tecnocratico-massonico del ‘professor’ Monti.

 

Lo si dica chiaramente: quello che abbiamo subito è stato un colpo di Stato; quello che subiremo sarà il definitivo dissanguamento di ciò, poco pochissimo, che resta di una nazione.

 

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso….

 

Gli italiani, popolo di pecoroni e ruminanti senza senso e senza identità, pagheranno a caro prezzo la troppa esultanza che ha accompagnato gli avvenimenti delle ultime 72 ore…

 

“Uomini siate e non pecore matte, si che di voi tra voi, ‘l giudeo non rida…” (Dante Alighieri)

 

Alti, altissimi, i belati nell’ovile sistemico-sinagogico italiota.

 

In sostanza…niente di nuovo sul fronte ‘occidentale’….

 

Au revoir…

 

 

 

 

 

 

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

 

Direttore Responsabile Agenzia di Stampa “Islam Italia”

 

14 Novembre 2011

Panorama de hoy 14-11-2011 – ( da ‘Al Intiqad’ )

14 Nov
Panorama de hoy 14-11-2011
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Fátima Chaito

La población siria condenó la decisión de la Liga Árabe de suspender la participación de Siria, las multitudes salieron ayer a la calle y ocuparon las plazas principales de las provincias, al mismo tiempo que Siria pidió la convocatoria urgente de una cumbre árabe dedicada al asunto sirio, e invitó la delegación árabe a visitar el país antes del 16 del actual mes, la fecha en que entre en efecto la decisión de suspensión, y la fecha en que la delegación celebrará su reunión en Rabat al margen de una asamblea a nivel de ministros árabe-turco.

Al ritmo de la manifestación de la comunidad siria en el Líbano ante la embajada de su país en Beirut, en protesta de la decisión y en apoyo del régimen, el presidente libanés, Michael Sleiman, declaró su postura de dicha decisión, afirmó desde Trípoli que el Líbano está contra la opción de aislamiento, mientras el primer ministro libanes, Najib Mikati, manifestó desde el mismo sitio que la posición del Líbano parte de consideraciones geográficas e históricas, el presidente del parlamento, Nabih Berri, envió un telegrama al monarca saudí, haciendo una llamada a la conciliación “no sólo entre los sirios, sino entre los árabes”.

La prensa local editada hoy publica los detalles de estas novedades locales y árabes, el diario “Al Safir” edita que “las decisiones bélicas del consejo de ministros árabes, impone un nuevo ritmo en la vida política interna, cuyas primeras resonancias, además de la aguda división que domina los puntos de vista de las fuerzas políticas en relación a esta decisión árabe contra un país vecino, se asoma un debate político que tiene un solo objetivo por parte del grupo “14 marzo”, que es apuntar al primer ministro, en especial “en su ambiente natural” para ponerle en apuros.

En declaraciones para el diario, dice el ministro de Exteriores libanes, Adnan Manssour, que “en la Liga Árabe, él no expresaba una opinión personal, ni siquiera la postura de un grupo político, él representaba la posición del gobierno libanés unido” en contestación a los que solicitan su dimisión, indicando que “estaba en permanente contacto con los dirigentes del Estado”.

Manssour remarca algunas observaciones sobre la decisión, sobre todo que ”el informe de la delegación árabe encargada de seguir la situación en Siria, fue entregado a los ministros después de presentar la solicitud de decisiones, esto es inaceptable en las normas, el Consejo debió antes examinar y discutir cada punto del informe de forma lógica y detenida, para luego poder tomar las decisiones apropiadas, lo cual quiere decir que todo estaba preparado de antemano, no se dio tiempo a los ministros para discutir las decisiones”.

Manssour indica que “Siria, en su convocación a una cumbre árabe para seguir la investigación hace un paso constructivo, que debemos corresponder, porque demuestra que no quiere cortar el fino hilo con la Liga Árabe, y quiere demostrar sus buenas intenciones y su deseo de coordinar con la Liga para encontrar soluciones apropiadas”.

De otro lado, edita “Al Safir” que “la manifestación presidencial” en la ciudad de Trípoli ayer refleja la postura oficial del Líbano de lo ocurrido, donde el primer ministro aclaró, durante el banquete en honor al presidente libanés, “nosotros en el gobierno queremos apartar el Líbano de las consecuencias de entrar en aventuras no estudiadas, queremos estar humanamente al lado de los hermanos sirios que se refugian en el Líbano sin administrarlo políticamente”.

El diario también publica la postura del presidente Sleiman, manifestada en la misma ocasión, donde dijo “estamos en contra del aislamiento, porque castiga la gente y rompe el diálogo, lo normal es que cualquier ciudadano sirio deba sentirse árabe, se puede aplicar la decisión sin recurrir al aislamiento, en especial porque permite una intervención internacional que no queremos”.

El presidente del parlamento libanes, Nabih Berri, mostró su gran disgusto “ante el estado al que llegó la situación árabe” en un telegrama enviada al monarca saudí, donde ponía “después de lo que ocurrió y ocurre, no encuentro otros – Después de Dios – que puedan hacer una conciliación, no sólo entre los sirios, sino entre los árabes”.

En una entrevista con el diario “La República” afirma Berri que “la decisión tomada por la Liga se puede evitar”, aclarando que “nadie de los árabes puede sacar a otro de su nacionalidad árabe, menos cuando se trata de Siria, el corazón palpitante de los árabes”.

De otro lado, asegura Berri que “el presidente Sleiman trabaja seriamente para “restaurar” la mesa de diálogo nacional”, y que se acordó con él “a realizar los pasos juntos, que puedan ayudar a establecer un ambiente favorable para llamar a este diálogo”, afirmando que “este diálogo debería buscar la forma de mantener el Líbano apartado de lo que sucede en el escenario árabe, especialmente, en vista de la última decisión árabe de suspender Siria de la Liga Árabe”.

Mientras tanto, fuentes del líder de “Frente de Lucha Nacional” el diputado Walid Jumbulatt, revelan para “Al Safir” que hará declaraciones que clasifican como complementario a sus anteriores posturas ante los acontecimientos en Siria. Jumbulatt ha declarado al diario “Al Nahar” diciendo “no hace falta una posición parecida a la que tomó el presidente Yemení en la Liga Árabe”, agregando “hubiera sido preferible seguir con la iniciativa árabe aceptada por Siria, con la esperanza de llevarla a la práctica, esta iniciativa es la vía de salvación para la crisis en Siria”.

Por su parte, el diario “Al Akhbar” edita que “el largo día sirio, ayer, forma la continuación de las novedades del anterior, todo lo ocurrido en las últimas horas parece ser reacciones a las decisiones del Consejo Árabe, por parte de la autoridad siria”.

El diario considera que “lo más destacado fueron los tres mensajes enviados paralelamente por parte de Damasco al lado árabe, que son, la petición de una cumbre árabe urgente para discutir la crisis siria y “sus consecuencias sobre la seguridad regional árabe”, la invitación de una delegación de observadores árabes a visitar las ciudades sirias en las próximas horas, y la demostración de fuerza en contra de la decisión, sea en las calles mediante grandes manifestaciones, o sea atacando las embajadas de los países tratados como si fueran “enemigos”, en especial Arabia Saudita, Francia, Turquía, Qatar, y Libia”.

Señala el diario que el secretario General de la Liga Árabe, Nabil El-Arabí, se encarga en el otro lado de la misión de innovar un “mecanismo” para proteger la población en Siria, fijando el próximo miércoles como fecha de reunión en marruecos.

El diario “Al Akhbar” publica un artículo bajo el título “los secretos de la sesión: Al-Ahmad critica la decisión y amenaza con ajustar cuentas a Qatar”, según fuentes cercanas a la delegación siria, que “el delegado argelino fue impedido de manifestar su opinión con la excusa de levantar la sesión y aprobar la decisión”.

En cuanto a los detalles de la reunión, las fuentes cercanas a la delegación siria ven que el Secretario General de la Liga “no tenía intensión de agravar la situación, pero el primer ministro Qatarí se encargó de convencerle”.

Sobre lo ocurrido en la sesión cerrada, aclaran las fuentes que “cuando el ministro argelino pidió la palabra para explicar la contradictoria entre la decisión y la carta de la Liga Árabe, fue ignorado por Hamad Bin Jassem, que anunció levantar la sesión, el delegado sirio levantó la voz pidiendo la palabra, y Hamad repitió la frase “se levanta la sesión”.

 
 

La journée du martyr: dimensions aussi profondes que l’effet du sang

14 Nov
La journée du martyr: dimensions aussi profondes que l’effet du sang

Sanaa Mazbouh
 
Au Liban, on célèbre le 11 novembre de chaque année la journée du martyr du Hezbollah. C’est l’occasion pour les partisans de la résistance de réitérer leur engagement, de protéger les sacrifices des martyrs et de ne pas délaisser leur voie.
 

“La journée du martyr a été fixée le 11 novembre de chaque année pour commémorer l’opération du premier martyr du Hezbollah Ahmad Qassir. Cette fameuse opération militaire a déstabilisé l’entité sioniste dont les responsables ont senti le danger qui menace l’existence de leur “Etat usurpateur”, estime le membre du conseil politique du Hezbollah Cheikh Khodor Nouredine dans une interview à french.moqawama.org.

Mais certes, cette journée n’est pas réduite à une simple fête qui réunit des milliers de partisans du Hezbollah devant un écran géant pour entendre le discours du secrétaire général du Hezbollah Sayed Hassan Nasrallah.   
“La journée du martyr a plusieurs dimensions: sur le plan religieux et spirituel, elle permet à la population de faire preuve de leur fidélité à la voie de la résistance. Les combattants ont sacrifié ce qu’ils ont de plus cher, leurs corps et leurs âmes, pour permettre au peuple libanais de vivre en toute tranquillité et gloire. L’Islam a clairement expliqué aux gens qu’ils ne peuvent vivre avec dignité sans le jihad, c’est-à-dire sans sacrifier âmes et argent au service de la religion divine”, a indiqué cheikh Khodor Nouredine.
  
Et de poursuivre: “Pour cette raison, les Libanais doivent être reconnaissants aux sacrifices de ces combattants. J’appelle également les responsables à apprendre des martyrs comment servir la patrie avant de chercher à satisfaire leurs propres intérêts”.
 

Cette journée a aussi une portée morale, toujours selon l’avis du membre du conseil politique du Hezbollah.
“Sur le plan moral, le fait d’avoir décrété le 11 novembre comme la journée du martyr est une occasion d’unir la nation arabe et islamique en quête de la liberté et de la dignité. Cette nation doit réaliser à tout moment que le sang des martyrs lui a permis d’achever tous les exploits dans la lutte contre l’occupation israélienne et derrière elle l’hégémonie américaine et occidentale. Et pour pouvoir aboutir à ses fins, la nation doit s’inspirer des sacrifices des martyrs et de la lutte de la résistance, sans oublier que la cause principale de tous les peuples arabo-islamiques reste celle de la Palestine”.

A travers la protection de l’héritage des martyrs et du respect de leurs testaments que la nation peut parvenir à réaliser la liberté contre l’impérialisme américain représenté par l’entité sioniste dans la région du Proche-Orient. 

( Fonte: www.moqawama.org