GAZA, CI RISIAMO: RIESPLODE IL PROBLEMA EBRAICO NEL VICINO ORIENTE
– di Dagoberto Bellucci
“Israele è il nemico dell’umanità, è il nemico dell’uomo. E’ Israele la causa dei contrasti che sorgono ogni giorno.”
( Imam Seyeed Ruhollah al Musawi al Khomeini – Messaggio al popolo musulmano dell’Iran in occasione della Giornata di Al-Qods , 1979 )
“Fra le caratteristiche più salienti della razza ebraica bisogna citare: accentuata avversione a tutti i lavori manuali che implichino fatica; pronunciato spirito di famiglia; innato istinto religioso e concetto elevatissimo di fratellanza; animo vigoroso proprio di profeti e di martiri più che di capi e di condottieri; attitudine straordinaria per sopportare le avversità; spiccata predisposizione per il commercio; astuzia e perspicacia nelle speculazioni specialmente in riguardo al denaro; passione orientale per il lusso; per il godimento intimo del potere e dei piaceri inerenti a una posizione sociale elevata; facoltà intellettuali bene equilibrate”
( Dalla “Nuova Enciclopedia Internazionale” )
L’assassinio del comandante generale delle Brigate palestinesi “Ezzedin al-Qassam” – ala militare del movimento di resistenza islamica Hamas – , dr. Ahmad al Ja’bari, compiuto due pomeriggi or sono mediante un raid dell’aviazione israeliana ha rimesso in moto la macchina terroristica sionista.
“Israele” mostra i muscoli e nelle ultime quarant’otto ore lancia una nuova vasta operazione militare contro la Striscia di Gaza. Nei primi due giorni la mattanza sionista ha provocato 15 vittime, per la maggior parte civili inermi, tra la popolazione palestinese. Per tutta risposta nella giornata di ieri la Resistenza Islamica palestinese ha effettuato una serie di attacchi missilistici contro postazioni israeliane.
Tre israeliani sarebbero rimasti uccisi ed altri due feriti da un razzo lanciato ieri dalla Striscia di Gaza contro la cittadina di Kiryat Malachi. La notizia, riportata dalla radio militare israeliana, è stata confermata dalle principali agenzie di stampa internazionali.
A seguito degli sviluppi bellici nella regione l’Egitto ha deciso la riapertura del valico di Rafah per permettere l’afflusso di profughi che da Gaza stanno riversandosi verso la frontiera meridionale con il vicino arabo. Sul fronte opposto anche migliaia di israeliani stanno abbandonando le loro case nella regione del Negev principale bersaglio dei missili della Resistenza Islamica.
Il martirio di Ahmad al Ja’bari potrebbe segnare il punto di non ritorno nella delicatissima situazione geopolitica regionale: dopo mesi di attacchi a bassa intensità contro obiettivi palestinesi e mentre proseguiva il blocco economico che da anni strangola la striscia di Gaza oggi l’entità criminale sionista sembra decisa a portare avanti un’escalation militare in grande stile.
L’ennesima aggressione sionista contro Gaza – dopo quella terribile che scosse per quasi un mese l’intera striscia a cavallo tra la fine dicembre 2008 e il gennaio 2009 e che provocò oltre 1300 vittime e quasi 3000 feriti lasciando ovunque scenari di morte e rovine – è stata ribattezzata prendendo addirittura come pretesto un riferimento biblico e quindi denominata “Operazione Colonna di Fumo”.
In proposito ha scritto Gilad Atzom – giornalista israeliano critico nei confronti della politica militarista della leadership sionista: “Come nel caso di precedenti operazioni di genocidio dell’IDF (esercito di difesa israeliano), “colonne di nuvola” ha anche una connotazione biblica. In Esodo 13:21-22, si trova il seguente: “Di giorno il Signore li precedeva in una colonna di nube, per guidarli sulla strada, e di notte in una colonna di fuoco per far loro luce”.
Apparentemente, l’attuale assalto omicida di Israele contro i civili è coerente con l’interpretazione laica sionista del Vecchio Testamento. “(…) bisogna distruggerli completamente. Non fare alleanza con loro e non mostrare pietà” (Deuteronomio 7:1-2). Tuttavia, questa volta non è Dio che guida il suo popolo eletto. In realtà è un criminale di guerra democraticamente eletto che è stato scelto dal popolo favorito da Dio.” (1).
Va da sé che un popolo che si ritiene “eletto” e pensa a se stesso come all’orologio escatologico delle vicende dell’intera umanità che, di fatto, considera meno che “sterco di animale, immondizia ed escrementi” (tutti epiteti contenuti in quella specie di manuale criminoso denominato Talmud , libro “sacro” degli ambienti fondamentalisti ebraici) in nome di una deliberata e truffaldina interpretazione dell’Antica Legge mosaica; non potrà che agire di conseguenza eseguendo alla lettera quanto “prescritto” biblicamente e mantenendosi così ‘degna’ dell’Antica Alleanza – quella stabilita dal Patriarca Abramo con Jahvè , il Dio Unico, geloso ed esclusivista, per il quale è cosa “buona e giusta” sacrificare vittime, fossero fanciulli innocenti o civili inermi, e mietere stragi.
E’ l’interpretazione religiosa fondamentalista dell’ideologia talmudica quella che manovra le azioni del gruppo dirigente israeliano. “Israele”, una teocrazia mascherata dietro la parvenza di stato ‘laico’ (stato laico al quale manca una costituzione scritta che sancisca definitivamente quali siano le proprie frontiere; stato laico che ha nel Ministero dei Culti Religiosi – alias il Tribunale Rabbinico di Gerusalemme occupata – il proprio centro legislativo; stato laico, infine, che non ammette matrimoni interetnici tra giudei e non giudei adottando una sorta di apartheid razziale che, fino ad oggi, ha costretto migliaia di coppie miste a sposarsi furtivamente nella vicina Isola di Cipro rischiando la scomunica dello stato che i mass media di mezzo pianeta continuano a disegnare come laico quando a dirigerne le sorti – dietro la facciata della politica parlata – sono le leggi religiose e i decreti rabbinici); non potrebbe essere diverso dunque da quello che è: la quinta colonna dell’Imperialismo e dell’oltranzismo fondamentalista giudaico armata fino ai denti e inserita provocatoriamente dopo la seconda guerra mondiale come un cuneo all’interno del mondo arabo quale fattore permanente di sovversione al servizio del capitalismo finanziario internazionale (e particolarmente di quello statunitense diretto dalla potente lobby ebraica a stelle e strisce).
E sarebbe troppo semplice, e riduttivo, riferirci alle vicende della sola entità criminale sionista occupante la Terrasanta palestinese senza, contemporaneamente, osservare come – in un dato momento, quasi all’unisono e ad una sola voce – tutto un coro belante di analisti, giornalisti, scrittori e professionisti della ‘penna’ e della ‘parola’ ( dai quotidiani a larga diffusione fino all’ultima delle televisioni di provincia ) si stracci le vesti a favore del popolo ebraico, firmi appelli di solidarietà e manifesti più o meno indignato la propria “ebraicizzazione” alias lo stato di servile prostrazione che oramai è stato raggiunto nelle società occidentali di fronte alla potenza dell’autoproclamatosi “popolo eletto”.
La questione sionista ritorna nel suo grembo originario e ci troviamo così di fronte all’eterno problema ebraico il quale, anziché svanire, riaffiora ogni qualvolta più drammatico e urgente che mai.
L’entità criminale sionista dunque rappresenta soltanto l’ultima forma assunta da quell’escrescenza infera di cui si è fatto per secoli vettore particolare l’elemento razziale giudaico.
Elemento che ha saputo conservare intatti alcuni dei suoi caratteri ‘nazionali’ ossia quelli razziali e quelli religiosi entrambi dominanti la vita dell’ebraismo storico e determinanti progressivamente il tipo umano dell’ebreo moderno.
In proposito scriveva quasi un secolo or sono il magnate dell’industriale automobilistica statunitense Henry Ford: “L’ebreo è un enigma mondiale. Per quanto la sua massa sia povera di numero, domina, ciò nonostante, il mercato economico e affaristico del mondo intero. Vivendo disperso, senza patria né governo, dimostra di possedere una unità nazionale e una tecnica non raggiunta mai da nessun popolo della terra. (…) Negli Stati Uniti, quasi tutto il commercio grossista, i “trusts” e gli istituti bancari, le ricchezze del sottosuolo e i principali prodotti dell’agricoltura, specialmente tabacco, cotone e zucchero, si trovano sotto l’assoluto dominio dei finanzieri ebrei o dei loro agenti. Anche i giornalisti ebrei rappresentano una forza estesa e onnipotente. Secondo quanto afferma l’Enciclopedia ebraica, un gran numero di industrie poderose si trova nelle mani di imprese ebree, anche se molte di esse, se non addirittura la maggior parte, figurino sotto ragioni sociali non ebree. La proprietà urbana è in mano degli ebrei; ebrei sono coloro che predominano nella vita teatrale e quelli che dirigono tutta la vita informativa del Paese. Numerosamente inferiori a qualsiasi altra razza, dispongono giornalmente di una pubblicità vastissima e sempre favorevole ai loro interessi.”
La potenza finanziaria, bancaria e commerciale dell’ebraismo unitamente alla bramosia ed alla volontà di dominio planetario hanno creato il terreno fertile e le condizioni attraverso le quali l’elemento giudaico ha assunto la guida delle società occidentali dei ‘goyim’= gentili = i non ebrei e particolarmente in Europa e negli Stati Uniti, centri del capitalismo e del potere mondiale.
Attraverso il servile concorso dell’elemento massonico i giudei cominciarono così, attorno alla metà del XIX.mo secolo, la scalata ai vertici delle società non ebraiche mettendo immediatamente le mani nei centri amministrativi delle Istituzioni dei diversi Stati, utilizzando la Stampa ed i mezzi di comunicazione di massa per propagandare e diffondere le loro menzogne ed infine, controllati i partiti della politica ed i diversi esecutivi nazionali, creando le condizioni che spinsero i popoli europei a due conflitti fratricidi (1914-1918 e 1939-45) alla fine del secondo dei quali – una volta occupato militarmente e dilaniate il Vecchio Continente – fu immensamente facile per loro ‘spacciare’ la più grande delle menzogne mai partorite da mente umana: il preteso “olocausto”, la ‘shoah’ = tragedia utilizzando la terminologia ebraica oggi così tanto in ‘voga’, di sei milioni di elementi giudei e la fandonia delle camere a gas e dei forni crematori di Auschwitz e degli altri campi che formavano il vasto sistema concentrazionario creato dalla Germania nazionalsocialista.
L’olo-truffa nata come pura e semplice propaganda di guerra alleata diventata progressivamente olo-businnes ed infine olo-dogma intoccabile e indiscutibile e davanti al quale si sono supinamente piegati tutti i poteri dell’Occidente (in Occidente è possibile bestemmiare qualunque Dio e qualunque religione ma guai a mettere in discussione la verità ‘storica’ del mito olocaustico).
E fu proprio attraverso questa truffa che i sionisti ottennero, nel 1948, il via libera dalle Nazioni Unite per la costituzione di un loro emporio criminale nella Terrasanta palestinese , disco verde ottenuto mediante il ricorso al terrorismo indiscriminato contro la potenza mandataria britannica e contro le popolazioni arabo-palestinesi indigene.
Leggenda olocaustica e fondazione dello stato ebraico sono eventi storici coincidenti ed entrambi momenti essenziali per comprendere lo sviluppo fulmineo assunto dalla questione ebraica negli ultimi 70 anni e la sua incidenza e pressione sulla storia dell’intera umanità mai come ai giorni nostri kippizzata a dovere e osannante lodi a ‘Israele’.
Ma che cos’è esattamente questa ‘questione ebraica’?
“La questione ebraica – scrive Maurizio Lattanzio (3) – è il processo di ‘corrosione’ interno delle razze e delle nazioni ad opera della razza ebraica ‘coperta’ dal ‘privilegio’ della doppia nazionalità che consente di ‘accumulare’ gli interessi dell’insieme sub-razziale giudaica contro le razze e le nazioni, gli stati e le comunità a cui apparentemente appartiene e che da essa sono ‘dissolte’ e capovolte nel quadro di una successione ‘infra-umana’ di mistione e di degradazione razziale ‘eruttata’ dalla inferiorità razziale ‘affiorante’ dalla informità sovversiva demoniaca.”
“Israele” – dominante le nazioni dell’insieme sgangherato occidentale – ‘rilancia’ la sua sfida all’Islam tradizione e rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell’Iran, dalla Repubblica Araba socialista nazionale ba’athista di Siria e dai movimenti di resistenza islamici del Libano e della Palestina occupata.
Il massacro che in queste ore si va consumando per le strade delle città e dei villaggi della Striscia di Gaza risponde ad una esigenza israeliana di accelerazione delle tendenze bellicistiche che dovranno progressivamente trovare una loro naturale espansione in tutta l’area geopolitico-strategica vicino-orientale.
Noi , vicini spiritualmente ai combattenti della Jihàd Islamica palestinese e idealmente al fianco dell’eroico popolo martire della Palestina occupata, ribadiamo l’assoluta alterità al Sistema giudaico-mondialista di un percorso di milizia che dovrà radicarsi nell’antigiudaismo militante giacchè Sistema e Giudaismo sono coincidenti: non esiste antisionismo senza antigiudaismo; non esiste anti-imperialismo senza antimondialismo.
Au revoir…
DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI
Direttore Responsabile Agenzia di Stampa “Islam Italia”
15 Novembre 2012
Note –
1) Gilad Atzom – Articolo : “Operazione “Colonne di nuvola”, ovvero come si può manipolare la Bibbia per fare stragi di palestinesi” pubblicato sul sito internet www.infopal.it in data 15 Novembre 2012;
2) Henry Ford – “Gli Ebrei: il loro carattere individuale e la loro attività produttiva” – dal volume “L’Ebreo Internazionale” – Ediz. di “Ar” – Padova 1971;
3) Maurizio Lattanzio – ricognizione lettoria a “I’Tal’Ya – Ebrei e Lobbies ebraiche in Italia” di Dagoberto Bellucci” – Ediz. “Effepi” – Genova 2003 apparsa su “Islam Italia” – Anno 3° Nr. 25 – Febbraio 2004;