CAPITOLO 18°
L’ORGIA CAPITALISTICA – MULTINAZIONALI E GLOBALIZZAZIONE SOTTO LA DIREZIONE DEL SIONISMO
Abbiamo avuto modo di constatare nel capitolo dedicato agli Stati Uniti d’America come il
nocciolo duro, il cuore dell’oligarchia capitalistica, dell’establishment si annidi negli Stati Uniti.
In particolare è rilevante come all’interno delle famigliè che dirigono questa oligarchia esista
un’autentico vertice composto da qualche centinaio di magnati e plutocrati di chiare origini
ebraiche giunti in territorio statunitense tra il XIX° e il XX° secolo.
Università selezionate sfornano tutti gli anni i membri dell’establishment americana i quali
andranno a occupare i posti di comando della piramide politico-finanziaria che sovra-intende il
cosiddetto Z.o.g. (Zionist Occupation Government) ossia il Gran Sinedrio Ebraico.
Il Nuovo Mondo per loro (gli ebrei ndr) rappresentava la possibilità di raggiungere a New York
ciò che non potevano raggiungere nella Mosca degli Zar: diventare professori, mercanti e
burocrati. Nei primi anni venti, Harvard, Yale e la Columbia University non si sentirono
costrette a proporre quote d’ammissione per gli slavi, gli irlandesi e gli italiani, perché allora
pochi dei loro figli si iscrivevano all’università. Gli ebrei furono il primo gruppo etnico a cercare
di creare una breccia nella classe dirigente americana.” (1°)
Furono infatti questi ambienti che aprirono le proprie porte ai giovani ebrei che, utilizzando le
conoscenze e le strutture delle università, coniugarono il saperè delle istituzioni al loro innato
fiuto per gli affari, la carriera di vertice, la sicura volontà di potenza all’ombra delle immani
fortune accumulate da secoli di sfruttamento usurocratico.
Ricordiamo come proprio all’interno delle Università di prestigio, prescelte di generazione in
generazione dalle famiglie che sono al vertice dell’oligarchia, avvengono rituali occulti collegati
a circoli di natura esoterico-massonica che formano’ed inquadrano i neofiti alla leadership e a
ruoli di comando.
E’ il caso dell’università di Yale dove opera lo strano Ordine Skull and Boned'(Teschio e Ossa)
del quale ha parlato Maurizio Blondet (2°) e dove vengono formati i quadri dell’establishment,
tra i quali l’attuale presidente degli Stati Uniti, George Walker Bush junior.
Robert Camman, che ha largamente fatto conoscere gli autentici padroni del mondo’in un
volume diffuso in decine di migliaia di esemplari, scrive a proposito del C.F.R.:
Il banchiere americano Morgan crea il Council of Foreign Relations nel 1921. Da quel
momento tutti i futuri presidenti degli Stati Uniti furono, prima della loro elezione, membri del
C.F.R., tranne Ronald Reagan, sebbene il suo Vice George Bush ne faceva parte.
Alla tristemente celebre Conferenza di Yalta (spartizione del mondo tra Stati Uniti e Unione
Sovietica), altri avvenimenti di portata storica mondiale, i 3⁄4 della delegazione americana erano affiliati al C.f.r. Il Council o f Foreign Relations si presenta come un gruppo di studio americano che riunisce degli specialisti della diplomazia, delle finanze, dell’industria, delle scienze, dell’informazione, capaci di stimolare nel pubblico americano uno spirito internazionale e di coordinare determinate iniziative in questa direzione. Il C.f.r. raggruppa attualmente 1400 affiliati, che occupano gli incarichi più importanti nel Governo degli Stati Uniti: la politica, gli affari (soprattutto multinazionali), i mass media, la CIA (servizi segreti), perfino la religione.
Generosamente sostenuti dalle fondazioni Ford, Carnegie, Rockfeller, così come i grandi trust
industriali d’importanza internazionale, come l’IBM, l’ITT, la Standard Oil del New Jersey (vale
a dire la Exxon), il C.f.r. esercita un’influenza predominante sul Governo degli Stati Uniti, sul
Congresso e sui due principali partiti politici: i Democratici e i Repubblicani. L’animatore del
C.f.r. è David Rockfeller, presidente della Chase Manhattan Bank. (3°)
Era l’anno 1919 quando l’Eastern Establishment decise di cambiare il proprio nome in Council
of Foreign Relations, poi ratificato e ufficializzato due anni più tardi. L’influenza determinante
che questo organismo ha avuto nella vita politica americana marchiò passo dopo passo l’elezione e soprattutto l’attività dei futuri presidenti degli Stati Uniti.
In particolar modo quest’organismo estrinsecava la propria influenza attraverso: a) i grandi trust dell’industria diventati poi le attuali multinazionali dell’economia globale; b) i mezzi di
comunicazione di massa (televisioni,cinema,radio) e successivamente attraverso le nuove
frontiere della rivoluzione informatica della rete w.e.b.; c) attraverso le numerosissime
fondazioni che elargivano capitali per il finanziamento delle attività culturali allo scopo di
determinare chi, fra i vari scrittori, giornalisti,scienziati,studiosi, medici, avvocati, e laureati in
genere, avesse diritto’ad una carriera brillante all’ombra della loggia’.
L’intera struttura di potere, dall’amministrazione centrale a Washington a quelle periferiche dei singoli stati americani, è controllata dall’establishment e da uomini vicini al C.f.r.
Il principale raggio d’azionè dei membri dell’organizzazione fondata ottant’anni or sono da
Morgan, resta comunque quello delle università, dalle quali dovranno uscire i professionistì
dell’economia e della finanza, i politici e gli amministratori, i giudici e gli avvocati del
Tribunale Supremo e dei distretti, i medici e i dottori che arriveranno – assieme a scienziati e
ricercatori dei settori più disparati – ai Nobel e alla celebrità internazionale.
Difficilmente è possibile fuoriuscire da questa logica che ha determinato l’attuale sistema di
rapporti di forza negli Stati Uniti.Se la Gran Bretagna avrà difatti nelle varie Fabian Society e
nei diversi Ruskin College i propri centri nevralgici mondialisti, allo stesso modo – ma in
maniera più spudorata – negli Stati Uniti si concretizzano una serie di istituzioni nate in funzione del dominio ebraico del paese.
“…è tra il 1910 e il 1927 che, nei dominions inglesi e negli USA, vengono fondati, nel quadro
di un rapido processo di espansione, alcuni Istituti per gli Affari Internazionali. Negli Usa
nascerà il CFR…che, ancora oggi, è tra le sedi più importanti dell’istituzionalità occulta
operante negli Stati Uniti, i quali hanno sostituito la Gran Bretagna nel ruolo di luogo geo-
politico e strategico del movimento mondialista.” (4°)
Il Council of Foreign Relations venne creato essenzialmente come emanazione della Round
Tablè di Cecil Rhodes, dalle cui fila saranno cooptati i primi dirigenti: W. Lippmann, Allen
Dulles, John Forster Dulles e Christian Herter. Lo statuto sarà depositato solamente nel 1921 e – escludendo la vocazione filantropica – la struttura si caratterizzerà come un’autentica università per i futuri dirigenti mondialisti.
L’influenza del Council’si sarebbe fatta sentire visibilmente solamente dopo il 1927 l’anno nel
quale i Rockfeller decisero di inserirsi nell’organizzazione che – de facto – diverrà un loro docile
strumento.
Furono proprio i magnati della Standard Oil che – nel 1919 – acquisteranno i locali della sede
sociale del Council’nell’Horald Pratt House 58 East 68 th Street a New York.
Tra gli affiliati al CFR – scrive Maurizio Lattanzio -ci saranno i finanzieri ebrei che avevano
contribuito alla fondazione del Federal Reserve System (la Banca d’emissione USA) e
tenacemente sostenuto l’intervento statunitense nella Grande Guerra, nonché finanziato la
rivoluzionè bolscevica. Si tratterà di banchieri ebrei quali Jacob Schiff, della Kuhn Loeb e Co.
; Averel Harrimann, della Brown Bros Harriman; Franck Vanderlip, della Natural City Bank;
Nelson Aldrich, Paul Warburg e Bernard Baruch. Chiarissima emerge la prevalenza ebraica
all’interno delle istituzioni mondialiste, nonché la coincidenza o sovrapposizione degli scopi
perseguiti dalla politica mondialista e dal messianismo giudaico.’’ (5°)
Utilizzando una strategia nota all’interno dei circoli della plutocrazia ebraica il C.f.r. rappresenta sicuramente il modus operandi della Plutocrazia sionista, la quale – non dimentichiamocelo –ha fatto proprie le strategie operative elaborate dall’Internazionale Ebraica nei Protocolli dei Savi Anziani di Sion’, un documento sul quale occorrerà aprire – nei prossimi capitoli – una ben più ampia finestra, analizzandone contenuto, veridicità, assimilazione all’ebraicità dai quali essi derivano inequivocabilmente.
Infatti è riportato testualmente nel Protocollo n° 5: Noi siamo troppo potenti: il mondo intero
deve fare i conti con noi. I Governi non possono fare il più piccolo trattato senza il nostro
intervento segreto – Per me reges regunt’– I sovrani regnano per mezzo mio – Leggiamo nella Legge dei Profeti, che siamo prescelti da Dio per governare il mondo. Dio ci ha dato l’ingegno e la capacità di compiere questo lavoro, Se vi fosse un genio nel campo nemico, egli potrebbe forse ancora combatterci, ma un nuovo venuto non potrebbe competere con dei vecchi lottatori come noi, e il conflitto fra lui e noi assumerebbe un carattere tale che il mondo non ne avrebbe visto l’eguale. Ormai è troppo tardi per il loro Genoi. Tutte le ruote del meccanismo statale sono messe in moto da una forza che è nelle nostre mani: l’oro!’ (6°)
Straordinario il fatto che, malgrado questo documento sia sempre stato considerato come un falso , abilmente redatto dai servizi segreti della Russia zarista agli inizi del XX° secolo, l’ebraismo mondiale – nel suo insieme e senza defezioni – ne abbia attuato schematicamente e conformemente la prassi e le strategie.
Si deve altresì constatare come la potenza dell’oro che il sionismo riesce a sfruttare per i propri obbiettivi risulta – assieme alla calunnia e all’odio d’Israele – lo strumento con il quale
maggiormente il cosmopolitismo giudaico è riuscito a costruire il suo Governo Mondiale.
Senza l’alta finanza dei circoli ebraici di Washington e Londra non esisterebbe attualmente uno stato degli ebrei nella Palestina, così come senza il ricatto morale del cosiddetto olocausto’non assisteremmo alle genuflessioni dei politici di tutte le nazioni europee all’interno dei templi ebraici e delle sinagoghe.
Un documento d’eccezione che confermerebbe l’autenticità dei Protocolli sarebbe stato
rinvenuto da Sir John Radcliff il quale pagò con la vita la sua pubblicazione su Le
Contemporain’.
Il documento in questione appartiene ad un discorso-programma che il rabbino Reichhorn tenne a Praga nel 1880 nel grande raduno che i rabbini solenizzano ogni cento anni e che denominano come ‘Kaleb’.
Tale discorso – scrive Vermijon – fu ripetuto nella sinagoga di Simscrol da un rabbino, che per
questo ebbe un processo: esso inoltre perfettamente concorda con quello tenuto a Lemberg, in occasione del congresso della gioventù ebraica, pubblicato da giornale Bauernbùndler’di
Vienna (n° 133, del 1° Novembre 1912). Eccolo:
Sono diciotto secoli che i nostri sapienti lottano coraggiosamente con una perseveranza che nulla può infrangere contro la Croce, che ci ha rapito la potenza promessa da Abramo. Diciotto secoli appartennero ai nostri nemici, il secolo presente e i secoli da venire debbono essere nostri. è questa la decima volta che, lungo mille anni di lotta atroce ed incessante coi nostri nemici, si riuniscono in questo cemetero e presso la tomba del nostro gran maestro, santo rabbino Simeon Ben Jhuda, gli eletti di ogni generazione del popolo di Israele, per concertarsi sui mezzi di trar vantaggio per la causa nostra, dai grandi sbagli e dai grandi fatti che non cessano di commettere i nostri nemici, i cristiani.
Ogni volta il nuovo Sinedrio ha proclamato e predicato la lotta senza tregua contro questi nemici. Allorché saremo resi unici possessori di tutto l’oro della Terra, la vera potenza passerà nelle mani nostre, ed allora si compiranno le promesse fatte ad Abramo. L’agricoltura sarà sempre la ricchezza di ogni paese. Il possesso delle grandi proprietà terriere apporterà sempre in ogni epoca grandi onori e grande influenza ai loro titolari. Conviene quindi predisporre le cose in modo che i nostri fratelli in Israele possano fare importanti acquisti terrieri. è pertanto essenziale privare l’aristocrazia delle sue terre, a qualunque costo. L’aristocrazia, in quanto proprietaria costituisce sempre un pericolo per noi, poiché le sue rendite le assicurano l’indipendenza. Per raggiungere lo scopo, il modo migliore è quello di far aumentare le tasse e le imposte, provocare crisi di sovrapproduzione e tutti quegli altri mezzi che servono a mandare i prezzi dei terreni al livello più basso possibile. Gli aristocratici dei gentili (Goym), i quali, date le loro abitudini ereditarie, sono incapaci di accontentarsi di poco, andranno in rovina. … Ogni guerra, ogni rivoluzione, ogni scotimento politico-religioso avvicina il momento in cui raggiungeremo lo scopo al quale tendiamo. Tutti gli impieghi pubblici devono essere accessibili agli Israeliti, ed una volta che noi siamo diventati i titolari, noi sapremo, con l’ossequiosità e con la perspicacia che sono nostre doti, penetrare fino alle prime sorgenti della vera influenza e del vero potere. Ben inteso che qui solo si tratta di quegli impieghi ai quali vanno congiunti onori, potenza e privilegi: giacché, quanto a quelli che esigono sapere, fatiche e pene, possono e debbono esser lasciati ai cristiani….
Il popolo d’Israele deve dirigere la sua ambizione verso quell’alto grado di sapere, dal quale
sgorgano le considerazioni e gli onori, e uno dei mezzi più sicuri per giungervi è quello di avere
in pugno tutte le operazioni industriali, finanziarie e commerciali. Nella scelta di queste
speculazioni si userà grande prudenza e tatto, cose queste che sono la proprietà della nostra
attitudine atavica negli affari.'(7°)
Dunque per la plutocrazia ebraica elemento determinante risulta sostanzialmente l’accumulo di ricchezze tali da determinare e dirigere gli avvenimenti delle nazioni che occupa’e domina per il tramite dei suoi emissari. Tra questi i dirigenti del C.f.r. che determinano la politica estera degli Stati Uniti.
Jacques Bordiot a questo proposito è esplicito:
Per manipolare l’opinione pubblica il Council on Foreign Relations s’è assicurato delle
convivenze con numerose redazioni della stampa scritta o parlata: New York Times, New York
Herald Tribune, New York Evening News, Washington Post, Newsweek, Times, Life, Saturday
Review, Christian Science Monitor, Harper’s etc. e le stazioni della radio e della televisione:
ABC, NBC, RCA, Victor etc. Il Council on Foreign Relations non tarderà molto a voler ampliare
il proprio audience. A questo proposito: Nel 1938 con l’aiuto finanziario della Carnegie
Corporation di NEW York, il Council cominciò a creare dei comitati (Gruppi di Studio) affiliati
in qualche città americana. Ogni comitato era composta da quaranta membri o più, personalità
influenti nella propria professione o per la propria situazione sociale, rappresentanti d’affari,
della Giustizia, delle università e dei college, della stampa ecc.. Dopo il 1938 la Carnegie
Corporation di New York ha continuato ad assicurare i finanziamenti di questo programma di
comitati con delle sovvenzioni. Così come ha dichiarato lo stesso C.f.r.’ (8°)
La testimonianza inequivocabile di una struttura piramidale che cooptasse la crema’delle
istituzioni, puntando soprattutto sulle università e sul mondo imprenditoriale, rinnova l’acuta
scaltrezza dell’oligarchia di servirsi abilmente delle migliori energie convogliandole all’interno
di percorsi (…la carriera’…) interni ai condizionanti perimetri del Sistema stesso.
L’oligarchia dunque esercita una pressione enorme soprattutto laddove si formano i quadri
dirigenti della società statunitense, nelle università e nelle imprese, le quali appaiono
predispostè e funzionali a contribuire alla preparazione delle future classi dirigenti del paese.
Definito più volte come una scuola per uomini di Governo e capi di Stato’il C.f.r. raccoglie in
effetti il vertice dell’oligarchia mondialista anche attraverso l’ausilio di adeguati supporti o
satelliti come li definisce lo stesso Bordiot.
Oltre alla cooperazione con il Governo degli Stati Uniti – cooperazione che ricorda fortemente
una presa diretta – gli statuti del C.f.r. prevedono di creare delle nuove organizzazioni…
Il C.f.r. … attualmente riconosce una ventina di associazioni sulle quali esercita una manifesta influenza.’ (9°).
Tra le organizzazioni dipendenti e organiche alla struttura di potere del C.f.r. il Bordiot elenca
L’I.P.R. (Institute of Pacific Relations) fondato nel 1925 per studiare i problemi politici relativi
all’area del Pacifico, in particolar modo controllare e monitorare la politica estera dell’area
asiatica sviluppata da Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e successivamente anche quelle del Giappone, dell’India e del Pakistan.
L’I.p.r. ha manifestato evidenti tendenze comuniste così come dichiarò lo stesso Prof. Carroll Quigley, alto membro delle organizzazioni mondialiste e come si palesò dalla politica filo-cinese dell’Istituto.
Collegato al C.f.r. è inoltre il Foreign Policy Association (F.P.A), L’Associazione per la Politica
Estera, il quale a sua volta costituì dei World Affairs Councils (W.A.C.) Comitati d’Affari
Mondiali in tutte le città principali degli Stati Uniti. In particolar modo – come sottolinea Bordiot
– il Foreign Policy Association ha creato per gli studenti dal 1955 le cosiddette Great Decisions
(Grandi Decisioni) che comportano ogni anno un programma di studi e di dibattiti della durata di otto settimane nei quali si sviluppano gli alti problemi critici della politica estera concernente il popolo americano’.
Nel solo 1967 duecentocinquantamila allievi delle scuole secondarie vi parteciparono. Tra i membri che sono citati quali costituenti il direttivo dell’anno 1962 si trovano: Eustace Seligman (presidente), Walter H. Wheeler (vice), Jhon W. Nason (direttore generale) Gerard F. Beal (tesoriere), Emile E. Soubry (presidente del comitato esecutivo).
Tra i membri di questo comitato esecutivo sono inoltre menzionati: Banjamin J. Buttenwieser (della Kuhn Loeb and Co.), Joseph E. Johnson (della Carengie Endwment for International Peace), Harold F. Linder (vice-presidente della General Investors and Co.) A. William Loos (della Church Peace Union), Henry Siegbert (della banca Adolf Lewishon & Son).
Secondo autorevoli testimonianze alla fondazione del Foreign Policy Association – nel 1934 – avrebbero presieduto sia Felix Frankfurter che Paul Warburg entrambi già membri della Round Table.
Altro ente collegato al C.f.r. è il Businnes Advisory Council (B.A.C.) Comitato consultivo sugli
Affari, creato nell’estate del 1933 da Daniel C. Roper, ministro del commercio nell’epoca della
presidenza Roosevelt.
L’obbiettivo di Roper era quello di riunire in un unico ente i grandi uomini d’affari statunitensi
mettendoli de facto al servizio del Governo, sostenendo la politica del New Deal,, del nuovo
corso, avviata dal mezzo ebreo Roosevelt.
A capo di questo organismo venne nominato M. Sidney J. Weinberg, principale associato della
Goldman Sachs & Co. Dalla quale vennero ovviamente reclutati la maggioranza dei dirigenti.
Nell’estate 1961 il B.A.C. cambia il suo nome in Businnes Council mantenendo inalterate le
proprie attività.
Nel numero di gennaio 1970 la Dun’s Review scrive in effetti: Nei ranghi del Businnes Council
figurano 160 dei più potenti uomini d’affari della nazione. Più volte all’anno questi si riuniscono
con personalità del Governo vicino a The Homestead (Hotel de Virginie) nei pressi di
Washington, per discutere di questioni economiche (9°)
Tra i nominativi che Bordiot cita ai vertici del Businnes Council ricordiamo: Winthrop W.
Aldrich (Cfr) della Chase Manhattan Bank; William M. Allen (direttore generale della Boeign
Aeroplane Co.e amministratore della Pacific National Bank dio Seattle); Henry Alexander
(C.f.r.) del Morgan Guaranty Trust; Robert Anderson (C.f.r.) della Federal Reserve Bank di
Dallas; S. Clark Beise direttore generale della Bank of America; Roger M. Blough (C.f.r.) dell’
U.S. Steel; Harold Boeschenstein (C.f.r.) direttore generale della Owens-Corning Fiberglass
Corp.; il generale Lucius D. Clay (C..f.r.) della Lehman Brother’s; Ralph J. Cordiner della
General Electric and Co.; Charles D. Dickey presidente esecutivo e amministratore del Morgan
Guaranty Trust; Douglas Dillon (C.f.r.) della Dillon Reand & Co. Bank; Henry Ford II° direttore
generale della Ford Motor Co.; William C. Foster (C.f.r.) dell’U.S. Arm Control &
Disarmament Agency; Averell Harriman (C.f.r.); Paul G. Hoffman (C.f.r.); Frederick Kappel
presidente dell’American Telephone and Telegraph Co.; Augustus C. Long della Texaco Inc. e
molti altri.
In pratica abbiamo un breve spaccato sicuramente rappresentativo del dominio sionista sulle
principali organizzazioni mondialiste statunitense.
Tra gli altri satellitì del C.f.r. il Bordiot inoltre ricorda il Committee for Eeconomic
Development (C.E.D.) IL Comitato per lo Sviluppo Economico; l’Advertising Council
(Comitato della Pubblicità) fondato da tre esponenti della Fondazione Rockfeller nel 1941;
l’American Civil Liberties Union (A.C.L.U.); l’American’s for Democratic Action (A.D.A.)
dichiaratamente pro-comunista; L’Institute for American Democracy creato nel 1966 da
Franklin H. Little del Wesleyan College d’Iowa.
Ovviamente un così preponderante schieramento di istituzioni semi-pubbliche, o discretamente occultè, assieme ad un’analoga disposizione di mezzi finanziari e economici, determina una pressochè totale interferenza all’interno della vita politica degli Stati Uniti.
Il Cfr controlla stabilmente il Congresso e la vita politica americana e, unitamente all’omologa
Trilateral Commission ne determina decisioni e veicola le scelte specie quelle di politica
economica e di politica estera.
Tra i membri influenti della Trilateral Commission che hanno stabilmente nelle proprie mani il
destino della più importante democrazia del globo si ricordano: Allen W. Dulles, Paul Warburg,
Walter Lippman, Philip C. Jessup, David Rockfeller, Averel Harriman, Adlai Stevenson,
Michael Blumenthal, Zbigniew Brzezinski, Paul A. Volcker, Henry Kissinger, Douglas Dillon,
George Bush.
Affiliati ai due club mondialistì sono stati praticamente tutti i presidenti degli Stati Uniti da
Ford a Bush junior (escluso Reagan comunque marcato a vista’in ogni suo passo dai suoi vicè
Schultz e Bush padre.
Tra i politici noti che sono affiliati alla Trilateral si ricordano Walter Mondale, Cyrus Vance,
Robert Roosa, Irving Shapiro del partito democratico – che entrarono nei ranghi
dell’amministrazione ai tempi della presidenza Carter.
In seno alla galassia del B’nai B’rith (la potentissima massoneria ebraica ndr) vennero reclutati
un segretario alla Difesa, Harold Brown, affiliato alla Trilaterale, un segretario al Tesoro (…
che si sa, gli ebrei al Tesoro e alle Finanze ci stanno’sempre bene… come il cavolo a merenda)
Werner Michael Blumenthal e un responsabile al Dipartimento dell’Energia e delle Risorse come James Schlesinger (convertito al luteranesimo) così come un responsabile per il direttivo
incaricato di elaborare la politica interna e poi consigliere speciale Robert Lipschutz, presidente della Loggia del B’nai B’rith della capitale della Georgia. Nel 1978 Jimmy Carter chiama accanto a sé un nuovo consigliere, Edward Sanders, che lascerà la presidenza dell’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) un organismo controllato dal B’nai B’rith, per diventare ufficialmente il consigliere del Presidente.’ (10°).
Dalla copertina di The New Age Magazinè n° 4 dell’aprile 1988 si può rilevare l’estrema
vicinanza’dell’establishment sionista all’amministrazione Reagan, in una foto che mostra il
vaccaro’di Holiwood assieme al Sovrano Gran Commendatore del Consiglio Supremo
Massonico, Fred Kleinknecht (dell’Anziano Consiglio Supremo del Rito Scozzese Accettato)
Gran Maestro della Giurisdizione Meridionale.
Ma dalle prime pagine della rivista massonica The New Age Magazinè e dall’omologa
Scottish Ritè è anche possibile individuarè alcuni dei rappresentanti del popolo’eletti al
Senato degli Stati Uniti e affiliati alla Massoneria: James C. Wright, Bob Dole, Alan K.
Simpson, William Donald Schaefer, Jesse Heims fieri di farsi fotografare con il loro grado
massonico visibile.
Abbiamo avuto occasione in altra sezione del 1° Volume della presente opera del ruolo e delle
strutture della Loggia Massonica esclusivista ebraica chiamata B’nai B’rith.
Riprendiamo momentaneamente l’argomento fornendo ulteriori notizie dal volume del Virebeau.
E’ scritto: Alla testa del B’nai B’rith si trova Seymour D. Reich, il presidente mondiale, che ha
fatto parlare di sé nel 1989, quando si recò a Mosca per concludere un patto con i sovietici
(vedere l’articolo Una Loggia a Mosca’). Associato al gabinetto Dreyer and Traub’, è stato un
grande avvocato d’affari newyorchese e allo stesso tempo uno dei membri del comitato esecutivo dell’Anti-Defamation League
E’ succeduto a Morris B. Abram, presidente mondiale dal 1987 al 1989….Il fratello Seymour D.
Reich ha come secondo alla direzione dell’organizzazionemondiale del B’nai B’rith, Thomas
Neumann, vice-presidente…Alla presidenza del B’nai B’rith Hillel Foundation, incaricato della
sorveglianza dei collèges, delle università e dei campus, siede David Bittker, assistito da Richard M. Joèl, direttore.
La B’nai B’rith Youth Organization, in particolare è incaricato della gioventù (non studentesca) è diretto da Edward Yalowitz e Sidney Clearfield (ex Klarsfeld) direttore dei servizi. La filiale specializzata nella lotta contro il nazionalismo dei popoli,assimilato al razzismo e all’anti-semitismo, l’Anti-Defamation Leaugue, creata nel 1913 è diretta da Abraham H. Foxman, un magistrato d’origine polacca… Kenneth L. Bloom, preside il Carrer and Counseling Services, un’altra branca importante del B’nai B’rith….Le donne iniziate all’Ordine sono affilate nel B’nai B’rith Women creato specificamente per loro nel 1897….Infine, un altro personaggio noto come amico’, se non direttamente affiliato al B’nai B’rith merita una menzione particolare: Ed. Levy Jr.assieme al suo vice Thomas A. Dine, incaricato dell’esecutivo , in qualità di direttore. Levy Jr. presiede l’American Israel Public Affairs Committee, che tiene i fili di 790 lobbies registrate negli Stati Uniti.’ (11°)
Appare normale quindi che il progetto del Governo Mondiale – volgarizzato da Bush con il
nome di Nuovo Ordine Mondiale – che la Plutocrazia Sionista vorrebbe imporre sia affidato a
questa serie di istituzioni occulte le quali, storicamente, hanno il potere e l’influenza di
determinare i principali avvenimenti della politica americana.
Duecento società controllano realmente l’intera economia americana. Il problema di chi governa realmente gli USA deriva proprio dall’esistenza di queste duecento società’scrivevano gli ebrei Mintz e Cohen in un volume, quasi introvabile, pubblicato trent’anni or sono (12°).
Controllando la politica e l’economia degli Stati Uniti queste duecento famiglie de facto
controllano anche la politica e l’economia mondiale che alla superpotenza a stelle e strisce sono collegate a doppio filo.
Per esercitare un maggior controllo l’Internazionale Mondialista ha creato la Commissione
Trilaterale nella quale hanno un ruolo predominante politici, economisti, uomini d’affari e
plutocrati dell’Unione Europea e del Giappone assieme ovviamente ai loro colleghì americani.
Nell’organigramma della Commissione Trilaterale pubblicato dalla S.e.b. nel marzo 1993 (13°) e datato di una decina di anni figurano nell’esecutivo della Trilateral: Otto Graf Lanbsdorff
(presidente europeo), Paul A. Volcker (presidente nord-americano), Akio Morita (presidente
giapponese); sotto di loro in veste di presidenti dei deputati delle tre aree geo-economiche
interessate (Nord America, Europa Giappone) troviamo Garret Fitzgerald (Europa), Allan E.
Gotlieb (Nord America) e Yoshio Okawara (Giappone).
Presidente ad honorem è l’ideatore della Trilateral, David Rockfeller, mentre i tre direttori per
areè spnp Paul Revay (Europa), Charles B. Heck (Nord America) e Tadshi Yamamoto
(Giappone).
Avendo preso in considerazione in altra sezione i membri statunitensi (o almeno una parte di
essi) e quelli italiani (si veda il capitolo dedicato alla plutocrazia sionista in Italia) diamo un
breve sguardo ai politici dell’Unione Europea notì anche al pubblico italiano (…o comunque
agli addetti ai lavorì…): Raymond Barre (ex premier francese), Willy De Clerq (ex vice-
presidente della Comunità Europea), Justin Keating (leader laburista irlandese), Thierry de
Montbrial (direttore dell’Istituto per le Relazioni Internazionali di Parigi), David Owen (leader
social-democratico britannico), Simone Veil (ex presidente del parlamento europeo), Karston
Voigt (portavoce dell’Spd tedesca), Jorge Braga de Macedo (ex ministro delle Finanze
portoghese), Johan Jorgen Holst (ex ministro della difesa norvegese), Gerhard Stoltenberg (ex
ministro della difesa tedesco). Tra gli affiliati della Commissione Trilaterale successivamente si
trovano: Jacques Chirac, Jacques Delors, Alain Cotta, Roland Dumas, Valery Giscard d’Estaing,
Julian Bullard oltre agli italiani Mario Monti, Renato Ruggiero e Romano Prdoi tutti presenti con
autorevoli ruoli di primissimo piano nella vita politica europea.
Al lato’della Commissione Trilaterale si trova il Bildeberg Group, che rappresenta il potere
mondialista in seno agli stati che appartengono all’Alleanza Atlantica (quindi Stati Uniti,
Canada, Europa Occidentale e Turchia).
Apparterrebbero al Bildeberg l’attuale premier austriaco Franz Vranitzky, il leader regionalista’e pseudo-populista della Catalunja, Jordi Pujol, (… dal quale è andato a scuola’fra i tanti anche il celtico’Umberto Bossi…) e Manfred Worner ex
segretario generale della NATO.
Come ha scritto all’introduzione del suo volume Jacques Bordiot: ..non sostengo qui una tesi a
priori. Al contrario mia intenzione è di presentare l’essenziale d’una documentazione che attinge a numerose fonti autorizzate, francesi e straniere, che permette di comprendere come sia arrivato alla sconvolgente conclusione: Un piccolo numero d’iniziati appartenente alla più alta finanza internazionale, persegue attualmente il vecchio sogno messianico d’un impero universale sotto l’autorità di una oligarchia apolide. (14°)
E se sostituite la parola apolide con cosmopolita avrete sicuramente a che fare con l’elemento
ebraico.
Una delle conquiste prescelte dalla plutocrazia ebraica sono i mass media (alla quale
dedicheremo un capitolo a parte nel terzo volume in preparazione della presente opera) fra i quali spiccano i quotidiani e le televisioni.
Leggiamo a proposito dal Correio do Povo’di Porto Alegre del 7 ottobre 1993 che il Jornal do
Brasil venne acquistato’dalla Morgan Guaranty Trust britannica’della quale il Boletim-
EP/’Escarecimento ao Pais? N° 10 scrive: Secondo il libro A implosào da Mentira do Seculo’
dell’editrice Revisào’, pagine da 102 a 196: Gruppo giudaico Morgan che, nel 1929 figurava
nella amministrazione di almeno 2450 società, il cui capitale ammontava a 74 bilhòes di dollari,
approssimativamente un terzo di tutto il capitale esistente negli Stati Uniti(nel 1929).'(15°)
Tra le società controllate dal trust dei Morgan figuravano nel 1938 le seguenti società: Morgan & Co. Inc. di N.York; Morgan Stanley and Co.; Drexel and Co.; Morgan Greenfell & Co.; Bankers Trust; Guaranty Trust; New York Trust; The First National Bank of New York; General Electric Co.; United State Steel Corporation; General Motors Corporation; Western Union per citare le p rincipali.
La società globale che i sostenitori dell’One World vorrebbero creare si muove essenzialmente
attraverso le direttive dei grandi trust industriali e dei gruppi quali il Morgan Guaranty, i quali
vanno affermando una concezione di pensiero neo-liberista che – delle dinamiche del capitalismo globale – intendono essere strateghi, pianificatori e costruttori.
In questa assoluta orgia del capitalismo, in un Mondo Globale dove le multinazionali avranno
potere assoluto di vita e morte per intere nazioni si inseriscono anche i fautori di una linea soft’ tendente a ridimensionare il turbo-capitalismo’per somministrare a piccole dosi le identiche ricette neo-liberiste.
E’ questo il caso di un plutocrate quale George Soros, ebreo di origini ungheresi, il quale – da
alcuni anni, dopo essere stato il principale speculatore nelle crisi economiche che hanno
investito l’Italia, la Russia e i paesi dell’Est (principalmente Russia e Yugoslavia) oltre alla
Malesia e all’Indonesia, si è lanciato in un’operazione di revisionè delle tesi ultra-liberiste
dichiarando: Oggi il sistema capitalistico globale si trova ancora vicino all’apice della sua
potenza. è certamente esposto ai danni provocati dalla crisi globale in atto, ma la sua
supremazia ideologica non conosce confini. La crisi asiatica ha spazzato via i regimi autocratici
in cui il profitto personale si sposava con l’etica confuciana, sostituendoli con governi più
democratici e riformatori. Ma la crisi ha anche compromesso la capacità delle autorità finanziarie mondiali di scongiurare e risolvere le crisi finanziarie… Vorrei chiarire che non intendo abolire il capitalismo. Nonostante tutti i suoi inconvenienti, è migliore delle sue alternative. Mi propongo invece di impedire al sistema capitalista globale di auto-distruggersi…. Il sistema capitalistico globale è una forma distorta di società aperta… Attualmente vi è uno spaventoso squilibrio fra i processi decisionali individuali, espressi dai mercati, e i processi decisionali collettivi, espressi dalla politica. Abbiamo cioè un’economia globale senza una società globale. La situazione è insostenibile…’ (16°)
Da che pulpito arriva la predica, verrebbe da obbiettare… Ma come sappiamo bene il Potere
Occulto nelle sue molte varianti riesce ad esprimere perfino i movimenti di opposizione per
controllarlì meglio… si pensi ai cosiddetti No Global’.
Il movimento di tipo anarcoide e neo-giacobino degli anti-globalizzatori appare infatti,
nelle sue varianti cromatiche (dalle tute bianche al blocco nero, dai rossi ai verdi), un’emanazione indiretta dell’oligarchia che ne controlla e determina le scelte attraverso insospettabili finanziatori occulti , tra i quali spiccano i fratelli Goldsmith, così come riportava Solidarietà’, bollettino del Movimento Internazionale per i Diritti Civili, che appartiene all’omonima organizzazione, cellula italiana collegata all’economista statunitense Lyndon La Rouche.
Tra i guru del movimento No Global – si poteva leggere – spicca Edward Goldsmith, fondatore
della principale rivista ecologista europea, The Ecologist’, e autore di una quindicina di libri
ambientalisti. Edward detto Teddy, ha doppia cittadinanza, inglese e francese, ed è anche il
principale erede di suo fratello sir James Goldsmith, detto Jimmy, anche noto come il
miliardario verdè. I fratelli Goldsmith sono ben collegati con i vertici della finanza di Wall
Street (la madre della globalizzazione) e non solo grazie alle loro fortune personali…. Teddy
partecipa anche di persona alle manifestazione del movimento, come fece in occasione del
vertice dell’aprile 2000 di FMI/Banca Mondiale a Washington.'(17°)
Indipendentemente da questo dato’, riteniamo di aver aperto un varco per future analisi interne alla plutocrazia mondialista e alle sue strategie di globalizzazione … almeno speriamo’che servirà a qualcuno.
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NOTE AL 18° CAPITOLO –
1° – Arthur Hertzberg – Gli Ebrei in America – Storia, cultura e società’ediz. Bompianì
Milano 1993
2° – Maurizio Blondet – Gli Adelphi della Dissoluzione – Strategie culturali del Potere
iniziatico’– Milano 1994
3° – Georges Virebeau – …Mais qui gouverne l’Amerique?’– ediz. Publications Henry
Coston’– Paris (Francia) 1991
4° – Maurizio Lattanzio – Stato e Sistema’ediz. Ar’Padova 1987
5° -Maurizio Lattanzio ibidem
6° – L’Internazionale Ebraica – I Protocolli dei Savi Anziani di Sion’– Ediz. La Vita Italiana’–
Roma 1938.
7° – Vermijon – Le Forze Occulte che manovrano il mondo’ediz. sconosciute – Roma 1944
8° – Jacques Bordiot – Une Main cachee dirige – Le Systeme du Mondialisme edi. Du Trident’
– Paris (France) 1992
9°– Jacques Bordiot – ibidem
10° – Georges Virebeau – …Mais qui Gouverne l’Amerique?’ediz. Nouvellè – Chatillon sous
Bagneux (Francia) 1995
11° – Georges Virebeau – ibidem
12° – M. Mintz/ J.S. Cohen – America Inc.’editori Riuniti – Roma 1973
13° – AA.VV. – I Burattinai – L’Elenco dei membri della Trilaterale e del Bildeberg, partiti
mondialistì – Ediz. Barbarossa’– Milano 1993
14° – Jacques Bordiot- Une Main cachee dirige – Le System du Mondialismè ediz. du Trident’
– Paris (France) 1992
15° – Boletim – Ep – Esclarecimento ao Pais – n° 10 – Ottobre 1993
16° – George Soros – La Crisi del Capitalismo Globalè Ediz. Ponte alle Grazie – Milano 1999
17° – Articolo No Global la Grande Strumentalizzazione apparso su Solidarietà’bollettino del
Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Anno IX° Numero 4 – Dicembre 2001
IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO
di Dagoberto Huseyn Bellucci
Redatto in Modena, 11 maggio 2002
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